Un viaggio tra i paesaggi naturali e metropolitani di Los Angeles.
Una strada deserta. Fiumi d'asfalto serpeggiano tra aspre e nude colline. Al posto dell'acqua, acciaio e metallo cromato. Una Mercedes-Benz 250C Coupé del 1972 beige e tabacco riflette le tonalità della sabbia e delle rocce californiane. Il metallo luccica nel sole del mattino, accarezzando i finestrini, le maniglie, gli specchietti e i paraurti. Non vi è la minima traccia di penombra. Il deserto è un mondo binario di luce e ombre.
La facciata del Cinerama Dome, sulla Sunset Boulevard.
Un dettaglio architettonico della Los Angeles City Hall. Il design di questa torre è ispirato al Mausoleo di Alicarnasso, nell'Antica Grecia.
La macchina si è ormai lasciata la città alle spalle, ma mentre la luce fioca del mattino si accende di sfumature color dell'ambra, si avvicina il momento di fare ritorno verso ovest. I grattacieli di Downtown L.A. si fanno lentamente strada tra una leggera foschia, mentre il sole si inerpica su un cielo senza nuvole. Su un angolo di Grand Park fa da vedetta la sfolgorante torre bianca della City Hall, un imponente mausoleo greco di cemento formato dalle sabbie di tutte le contee della California. Lungo South Spring Street,
il colosso Art Déco del Los Angeles Times Building si erge come una cattedrale sulle sue navate, la sua base di colonne e i suoi muri luminescenti in cemento, mentre la sua ombra batte in ritirata. Sulla West 3rd Street, l'esterno in mattoni rossi e terracotta del Bradbury Building nasconde al suo interno un imponente atrio con scalinate e balaustre riccamente decorate in ferro battuto, in cui sonnecchia la memoria di una Los Angeles perduta nel tempo.
Sul torrente di traffico della Sunset Boulevard, la macchina scivola mormorando su una superficie grigia, lasciandosi alle spalle il fruscio degli alberi e il luccichio delle vetrate. Come richiamato all'ordine, il sole comincia la sua discesa, inondando il viale di luce color del miele. Una piccola deviazione porta l'auto su una circonvallazione, che gira attorno al dolce pendio di un parco. Qui, riposano sulla collina gli splendidi giardini della Hollyhock House. I suoi muri di pietra arenaria si adagiano sul tetto a sbalzo, ricordando il mistero della facciata di un tempio Maya. Dietro la strada, il Monte Hollywood si innalza su bassi tetti di terracotta. In cima a ripidi pendii, le cupole Art Déco dell'Osservatorio Griffith si stagliano su un cielo color pastello. File di archi gettano ombre allungate sulla superficie lucida della struttura. Dietro, le iconiche lettere della scritta Hollywood luccicano nella luce dorata del pomeriggio, scrutando l'orizzonte da un punto di vista privilegiato, incorniciato da terra, cespugli e rocce.
L'Osservatorio Griffith, che sovrasta il Bacino di Los Angeles dai pendii del Monte Hollywood.
Sono stati questi elementi - il lustro dalle atmosfere oniriche e fumose, la grandiosità delle colline, delle pianure e del deserto - ad attirare qui i cineasti durante il primo decennio del secolo scorso. E sono stati questi paesaggi, in cui il bagliore del tramonto sembra non volersi mai dissolvere, a veder fiorire l'età dell'oro hollywoodiana. Sulla Fountain Avenue, il Pickford Center for Motion Picture Study è l'incarnazione, in cemento,
dell'illustre passato hollywoodiano. Già conosciuto sotto il nome di Don Lee Mutual Broadcast Building, fu costruito nel 1948, come sede di studi radiofonici e televisivi. L'entrata è fiancheggiata da colonne verticali, decorate da fori rotondi, come a volere accogliere la sacra luce della città al proprio interno.
Dettaglio architettonico del Pickford Center for Motion Picture Study.
La Sunset Boulevard continua verso ovest. Danzanti palme solitarie accompagnano l'auto lungo la strada. Le geometrie della cupola del Cinerama Dome riflettono il sole della sera, creando un gioco di luci e ombre che si alternano ritmicamente sulla sua superficie. Lungo West Hollywood, la strada svolta oltrepassando gli alti tetti spioventi del Chateau Marmont, che si erge su una lussureggiante collina.
La facciata in stile Streamline Moderno del Sunset Tower Hotel si eleva al di sopra di un gruppo di palme. Eleganti e curvilinee, le sue finestre sono ancora cariche del glamour degli albori di Hollywood. Un fregio in gesso raffigurante l'Eden - con piante, animali, Adamo ed Eva - decora l'edificio, che svetta altissimo sulle cime degli alberi, quasi a volersi offrire in dono al sole rossastro.
I profili ondulati delle Santa Monica Mountains, ad ovest di Los Angeles, al calar della sera.
Oltre il cuore pulsante della Sunset Strip, popolato da cartelloni pubblicitari, bar, club e negozi, la strada si fa tortuosa. La macchina svolta verso le colline e imbocca Mulholland Highway, mentre la Boulevard prosegue verso il suo capolinea naturale, la costa del Pacifico. Mulholland Highway esce dalla città e serpeggia tra le vallate delle Santa Monica Mountains.
Mentre l'auto sfreccia tra curve che abbracciano il fianco della montagna, il sole incontra i profili frastagliati di queste colline rocciose. L'auto si ferma. L'interno è inondato di luce ocra. Dietro a un paio di occhiali rotondi, il conducente guarda gli ultimi raggi del sole brillare nel tramonto.
Testo: Andrew Maness
Photos: Rich Stapleton
Foto: Yong Kim